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IL GAZZETTINO del 29 Agosto 2007

Scritto il 29/08/2007 da [lavespa] nella categoria [C&C - Rass. Stampa]

PERNUMIA Ieri i responsabili sono stati accompagnati dai tecnici della Provincia in un sopralluogo. È il primo passo verso il delicato intervento. Cinque ditte in corsa per la bonifica della C&C Dopo i rifiuti tossici scoppia la grana dei furti di rame: due raid dei ladri negli ultimi giorni nonostante la recinzione.PERNUMIA. Erano le 10.30 di ieri quando è iniziata la visita dei delegati dell’amministrazione provinciale al sito della C&C di Pernumia. Questa volta non è stato un incendio a mobilitare i tecnici provinciali, ma un sopralluogo organizzato da tempo, insieme a cinque aziende che si contenderanno la possibilità di eseguire le operazioni di bonifica dell’area inquinata. Da qualche anno si attende l’inizio dei lavori. Questa visita (nella foto un momento del sopralluogo) è quantomeno un segnale positivo. Ieri mattina, davanti ai cancelli della C&C, c’erano anche i ragazzi dell’associazione ambientalista La Vespa, sempre in prima linea da quando è sorto il problema dell’azienda di via Granze. A due mesi dalla visita del presidente della Provincia Vittorio Casarin, si è vicini ad un primo risultato. La bonifica della zona esterna dovrebbe costare 500-600 mila euro, mentre il grosso rimane lo smaltimento interno. Da subito, infatti, è stato posto il veto sulla possibilità di trasformare l’area in una discarica. Perciò il materiale dovrà essere trasportato in aree attrezzate allo smaltimento di questo tipo di rifiuti tossici. «Si è trattato di un sopralluogo operativo spiega Roberto Marcato, assessore provinciale all’ambiente i tecnici hanno accompagnato le ditte che dovranno capire l’entità del lavoro di bonifica completa». Rimangono i problemi legati alla sicurezza del sito. Nei giorni scorsi si sono verificati due raid da parte di gruppi interessati ai metalli presenti nei capannoni. Per questo l’area è stata nuovamente recintata e sono stati aggiunti dei cartelli per segnalare il sequestro penale della zona: La violazione del divieto è punita con la reclusione da sei mesi a tre anni. Ma le nuove inferriate non sembrano sufficienti a fermare i malintenzionati: basta fare qualche metro lungo il vicino canale di scolo per notare larghi buchi nella recinzione ormai vetusta. I passaggi sono addirittura raggiungibili attraversando un ponticello a cento metri dall’ingresso principale. Altre intrusioni non sono quindi escluse. Emanuele Masiero