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IL MATTINO del 21 Aprile 2006

Scritto il 21/04/2006 da [lavespa] nella categoria [C&C - Rass. Stampa]

PADOVA La denuncia dei residenti: «A un anno dall’inchiesta nulla è cambiato» «Le scorie tossiche inquinano ancora» ARCELLA. A distanza di circa un anno dal blitz effettuato dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato coordinati dalla Procura di Venezia - che portò in carcere numerose persone, tra le quali un noto imprenditore di Pernumia - i rifiuti tossici posti sotto sequestro sul lato ovest del cavalcavia Camerini sono ancora lì. Nonostante i coordinatori del Comitato Sos-Insieme per il Territorio e Mario Levante, titolare del terreno limitrofo, si siano costituiti parte civile (attraverso lo studio dell’avvocato Marco Crimi) nell’inchiesta giudiziaria non ancora conclusa, i pericolosi rifiuti, provenienti da alcune fonderie e inceneritori, che erano stati sepolti sotto il primo strato di quella che sarebbe dovuta diventare la massicciata del primo tratto del cosiddetto Arco di Giano, non sono stati ancora smaltiti. E la delusione appare evidente. «Gli agenti della polizia giudiziaria e i tecnici inviati dalla Procura della Repubblica di Venezia, sono venuti sul posto soltanto una volta» lamenta Mario Levante, il vecchio leone dell’Arcella che, a ottantacinque anni, ha guidato almeno una ventina di comitati popolari «Hanno effettuato un sopralluogo circa quattro mesi fa e poi non si sono fatti più vedere. Intanto proprio, davanti alla mia proprietà e anche più avanti, c’è il rischio reale che le scorie tossiche inquinino le falde freatiche sottostanti e anche le acque del canale Fossetta, lo scolo scavato negli anni ’60 che ancora scorre anche sotto via Machiavelli e le strade che portano verso via del Plebiscito. Noi del comitato l’abbiamo ripetuto mille volte: dopo la scoperta dei detriti tossici, in questo lembo estremo dell’Arcella è a rischio la salute stessa di numerosi residenti. Purtroppo nessuno ci ascolta. Neanche la magistratura. Ci scambiano per visionari. Intanto più giorni passano e più diventa alto il rischio che i rifiuti interrati ai margini del Cavalcavia Camerini inquinino le falde freatiche». Levante è scatenato e si pronuncia anche sui lavori interrotti dall’attuale giunta Zanonato per realizzare l’Arco di Giano: «A questo punto, dopo l’apertura della tangenziale nord, la strada che avrebbe dovuto sbucare su via Machiavelli, è inutile. Sarebbe meglio che gli amministratori di Palazzo Moroni ci mettessero una pietra sopra per sempre con una specifica delibera, che dovrebbe essere approvata dal consiglio comunale». (Felice Paduano)