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Tavare

Marcia per la Pace

Scritto il 15/03/2007 da [lavespa] nella categoria [Tavare]
NO ALLA GUERRA!

BATTAGLIA UNITA CONTRO LA GUERRA

Sarà poi vero che per essere contro la guerra bisogna per forza essere di sinistra e nemici dichiarati del governo Berlusconi? O non basta piuttosto essere persone “normali”, dotate di “normale” buon senso? Se guardiamo bene, è proprio questo il messaggio che emerge dalla manifestazione di sabato 15 marzo a Battaglia Terme: persone di tutti gli schieramenti, con idee molto diverse, giovani, anziani, bambini e genitori, tutti abbiamo passeggiato assieme per le vie del paese, ognuno con la sua identità, magari con la sua bandiera, le sue idee politiche, le sue simpatie e antipatie, ma tutti d’accordo nel rifiutare la guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti internazionali, tutti convinti che, nonostante mesi di propaganda martellante a favore di un intervento in Iraq, non ci avevano “convinti”.
A colpire è stato proprio il fatto che chi ha partecipato alla marcia appariva ben consapevole del perché lo faceva, aveva già una sua opinione sulla guerra e sulle sue motivazioni, a prescindere dai messaggi trasmessi poi durante il dibattito. Chi è venuto a manifestare lo ha fatto non per sentirsi dire perché doveva rifiutare la guerra, ma per dire che lui la rifiutava. Ed è questa, io credo, la motivazione profonda dei gesti che compiamo in questi giorni, dall’attaccare le bandiere della pace ai balconi delle nostre case al manifestare per le strade delle nostre città: non tanto il credere di poter, con questi gesti, fermare la guerra – che questa era decisa già da molti mesi -, ma il far presente il proprio “no” ad essa, il dire a chi ci governa che non siamo d’accordo con le sue scelte di politica internazionale e che, se condanniamo Saddam, non accettiamo neppure la teoria della “guerra preventiva” di Bush.
La manifestazione di sabato ha dimostrato che il no alla guerra è trasversale, accomuna gente che, da altri punti di vista, non ha niente in comune. Credo che questo, da un lato possa essere interpretato come un segno di speranza e, dall’altro, comporti anche un’assunzione di responsabilità: la pace è un valore trasversale, patrimonio di tutti; ognuno, quali che siano le sue convinzioni, deve farsi promotore di una cultura di pace.