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Inutile condotta fognaria

Scritto il 11/05/2014 da [lavespa] nella categoria [Notizie]

Pubblichiamo una interessante lettera di Riccardo Cappellozza, il più famoso dei barcari, in cui ci spiega molto chiaramente perché la condotta in costruzione dall'Etra (per la conduzione dei reflui da Battaglia/Galzignano a Montegrotto) è un'opera che si poteva evitare.

Con un'attenta analisi Riccardo descrive come sarebbe stato possibile risparmiare tempo e denaro. 

La sua esperienza non è stata presa in considerazione: perché?

Quello che si legge di seguito è la precisa spiegazione di quanto brevemente introdotto.


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Sono Riccardo Cappellozza, ho 83 anni, sono il più anziano dei barcari padovani.

Sono ancora in attività.


Qualcuno si stupirà di quest’ultima affermazione, ma rivendico la presenza ancora oggi: in servizio non nei corsi d’acqua, ma per i corsi d’acqua padovani. Come?


In primis, quale fondatore e curatore del Museo della navigazione fluviale di Battaglia Terme, il paese dei barcari. Il Museo è riconosciuto a livello europeo come gioiello della marineria fluviale.


Successivamente, ma non di secondaria importanza, con l’attenta osservazione di quanto oggi accade lungo fiumi e canali, ma soprattutto ai fiumi e ai canali. Ho l’esperienza sul campo, anzi in acqua, prima sui burci (o i barconi) che si conducevano a remi, a vela, o trainati lungo gli argini, e poi ovviamente su quelli a motore. Aver vissuto per anni quotidianamente nella rete di canali e fiumi mi autorizza a giudicare la qualità delle opere poste per preservare l’ecosistema fluviale.  A volte sono sbagliate, a volte fanno danni.


E’ quantomeno un errore l’operazione in gestione all’Etra, della realizzazione di una condotta fognaria che raccolga i reflui di Galzignano e Battaglia per portarli al depuratore di Montegrotto. E’ una spesa folle bucare un colle per far passare la condotta. Ed è assurdo far risalire di chilometri l’acqua reflua a monte dei due paesi.


Per individuare la soluzione corretta per la gestione dell’acqua si deve partire dalla geografia dell’acqua stessa.


Oggi i reflui di Galzignano e Battaglia arrivano all’idrovora in località “Acquanera” lungo il canale “Paltana”, che inizia proprio dal territorio di Battaglia. In Acquanera il canale “Bagnarolo” taglia la “Paltana”, che gli passa sotto con un’opera “a sifone”. Purtroppo la chiavica (la porta di immissione) funziona male, immettendo poca acqua, e inoltre vi si accumulano rifiuti non raccolti con costanza.


L’idrovora di Acquanera solleva l’acqua della “Paltana” riversandola nel canale Vigenzone, cioè il Bacchiglione. Se non ci sono soldi per riparare la chiavica basterebbe un accorgimento da poche migliaia di euro per creare un by-pass superando il “Bagnarolo” con una pompa, e lasciando proseguire le acque della “Paltana” fino al suo naturale termine. Da secoli infatti la “Paltana” sfocia a Ca’Pasqua, a 300 metri dall’innesto del Brenta nel Bacchiglione (sì, proprio così, e non il contrario), cioè molto più a valle di Acquanera, a poca distanza dalla foce, oramai quasi in mare.


Cosa sta succedendo? Che a partire dalla legge per la salvaguardia della laguna –  interpretata nel senso che ci sono molti soldi quindi facciamo dei lavori che possano assorbirli, anche se non servono – l’Etra è stata autorizzata a costruire una condotta che prende i reflui di Galzignano e Battaglia, li fa risalire fino a Montegrotto (come i gamberi l’acqua va all’indietro!), bucando pure un colle (Montenovo) e li immette nel depuratore di Montegrotto, che come conseguenza sversa quindi a monte dal prelievo, di qualche chilometro, e sempre nel “Paltana”. A monte, ma l’acqua va a valle, quindi di nuovo ad Acquanera.

 

E non basta. Nel nord Europa i depuratori sono decentrati, dove si produce “sporcizia”. All’altezza dell’idrovora di Acquanera potrebbe essere installato un depuratore. Invece si fa l’operazione di accentramento, facendo navigare i reflui, all’indietro, di chilometri.

 

Inoltre i barcari, come me, sanno che l’acqua dolce non si mescola con quella salmastra della laguna. Questione di pesi. E’ il fenomeno dei famosi (almeno per i barcari) “ligassi”, correnti di acque diverse, più leggere, meno dense, che si riversano in mare. Quindi l’inquinamento della laguna non dipende certo dai reflui di Galzignano e Battaglia.

A Ca’ Bianca un incile e una sottobotte, opera recente, prelevano l’acqua dolce della Paltana e la riversano in Laguna nel “canal Dee Tresse”, acqua salmastra, direzione Porto di Chioggia. I barcari con i loro burci, percorso il Bacchiglione (o canale Pontelongo), passavano la conca di Brondolo che immette in laguna, e conoscevano i ligassi generati all’uscita della conca, e li temevano, perché capaci di trascinare via un burcio con merce per oltre 200 tonellate.

 

Come è stata studiata la legge regionale speciale per la salvaguardia della laguna? Ci sono soldi, facciamo opere inutili? A 83 anni non fa piacere che l’esperienza di una vita da barcaro non venga presa minimamente in considerazione.

Riccardo Cappellozza