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IL GAZZETTINO del 24 Febbraio 2005

Scritto il 24/02/2005 da [lavespa] nella categoria [C&C - Rass. Stampa]

VENEZIA Una cinquantina di pagine fitte di tabelle con analisi chimiche dei rifiuti che, secondo la procura di Venezia, sarebbero stati utilizzati in maniera illecita nei lavori per un cavalcavia a Padova, per la nuova linea ferroviaria dell’alta capacità ad Arino di Dolo ed altri cantieri. Ma anche di intercettazioni telefoniche dalle quali emergerebbe la piena consapevolezza, da parte degli indagati, delle irregolarità che stavano commettendo. I risultati dell’inchiesta sul presunto traffico di veleni contestato al titolare della C&C, Fabrizio Cappelletto , sono elencati in una corposa ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Stefano Manduzio che, questa mattina, al Palazzo di Giustizia di Rialto, inizierà a interrogare i sette indagati che la Forestale ha arrestato martedì mattina. Il primo ad essere ascoltato sarà proprio Cappelletto , assistito dall’avvocato padovano Ferdinando Bonon. Il titolare della C&C di Mestre e della Digamma di Treviso, 49 anni, ufficialmente residente a Montebelluna ma in realtà domiciliato a Mestre, è l’unico finito in carcere, in quanto viene ritenuto dagli inquirenti il principale responsabile delle presunte violazioni della legge sui rifiuti. Agli altri sei indagati il giudice ha invece concesso i domiciliari: Alessandro Musacco, 38 anni, di Susegana, chimico della Geolab, è accusato di aver falsificato i risultati delle analisi sui rifiuti, di cui sarebbe stata nascosta in alcuni casi la pericolosità; in altri modificati i codici di riferimenti, in modo da non rendere obbligatorio il loro trattamento. L’imputazione rivolta ai rimanenti cinque imprenditori è quella di aver movimentato i rifiuti finiti sotto accusa: si tratta di Luigi Garavini, 38 anni, di Forlimpopoli, titolare della Garavini & C; Loris Conti, 43 anni, di Rimini, titolare della Ear srl; Paolo Salvagnin, 41 anni, della Salvagnin & C e della Autotrasporti padovani; e ancora Sebastiano Lovison, 36 anni, di Piove di Sacco e Paolo Benà, 28 anni di Rovigo, della società Living and Building srl. A coordinare l’inchiesta è il sostituto procuratore Giorgio Gava, il quale ha contestato agli indagati l’esistenza di una vera e propria organizzazione finalizzata al traffico dei rifiuti. Attività che sarebbe proseguita anche dopo l’avvio di un’indagine amministrativa da parte delle amministrazioni provinciali di Padova e Venezia e dei primi controlli della Guardia Forestale: l’esigenza cautelare è stata motivata proprio con la necessità di evitare la reiterazione dei presunti comportamenti illeciti. Il gip Manduzio ha posto i sigilli ai cantieri nei quali i rifiuti sono stati utilizzati indebitamente, in attesa che quei materiali vengano rimossi e smaltiti in maniera adeguata: dalle analisi allegate agli atti dell’inchiesta emerge, infatti, che si tratterebbe di rifiuti pericolosi. E dunque quelle aree vanno bonificate. Sotto sequestro sono finiti anche alcuni impianti di trattamento che, per continuare ad operare, dovranno documentare destinazione e utilizzo dei materiali, in modo da evitare ulteriori illeciti. Oltre ai sette arrestati, l’inchiesta riguarda altre 28 persone indagate a piede libero, in quanto la loro responsabilità nella vicenda è stata ritenuta di minor rilievo. La C&C recentemente era finita all’attenzione della Provincia di Venezia che, su segnalazione degli abitanti della zona, e a seguito di alcune verifiche, l’aveva più volte diffidata al rispetto della normativa sui rifiuti. La ditta si occupa di produzione di conglomerati cementizi e manufatti in cemento attraverso il recupero e l’utilizzo di rifiuti che dovrebbero essere ti topo non pericoloso, a base prevalentemente inorganica sottoposti ad un processo di stabilizzazione e solidificazione. L’impianto, destinato al recupero di rifiuti, è attivo dal settembre del 2000. Nel giugno 2002 la Provincia di Venezia, a seguito di specifica conferenza di servizi, cui partecipano tutti gli enti interessati, aveva approvato un progetto presentato dalla ditta per potenziare l’attività. Lo scorso gennaio la stessa Provincia aveva chiesto più controlli sui rifiuti in ingresso e sul prodotto in uscita. [Gianluca Amadori]