about
Storia ed evoluzione di una Associazione, delle sue persone, delle loro Battaglie.
La vespa è sempre stata... un laboratorio di pensiero.
“Ecologia politica satira e altre provocazioni” - Fu quello che scrivemmo sotto la testata della prima vespa venti anni fa (più o meno).Non ho una grande memoria e non ricordo chi decise per queste parole, ma so che nessuno mise in dubbio l'ordine delle parole e la priorità fu per l'ecologia. Siccome eravamo in tre a fondare la vespa posso accoppiare ad ogni persona una parola, una tematica e penso che tutti e tre abbiamo confermato nel tempo quelle tre parole. Di certo, nel tempo e nelle persone, che hanno dato carne e sangue (concretezza) alla vespa, le priorità non sono cambiate. Il bisogno di dar forma ad un'associazione che si occupasse d'ecologia, cioè di difesa, conservazione, evoluzione dell'ambiente in cui vivevamo derivava dal lavoro svolto nel gruppo antincendio e nella frustrazione provata nel difendere il territorio di battaglia e dei colli.
C'era inoltre un'esigenza, tutta giovanile, di crearsi una tribù, un gruppo, di riconoscersi in un impegno che non sembrava interessare se non una minima parte di adulti, per lo più considerati strani e inascoltati. A questo si è affiancato un'esigenza politica che se da una parte era interpretata come l'analisi e il confronto con la vita della polis, cioè della città in cui si viveva e per questo quasi sempre nei primi numeri del giornale ci si riferiva e ci si rivolgeva ai cittadini, vero centro e fulcro della vita nella polis. Mai parlato per esempio di gente o di elettori o di fruitori. Dall'altra c'era chi tirava per affiancarsi alle forze della sinistra, cosa questa che è avvenuta "festina lente" con molta circospezione, continuo confronto, scazzi e rotture.
Per alcuni era ed è l'unica strada percorribile, per altri no. Ricordo vivamente il passaggio tra il gruppo antincendi e la vespa, con molti che non hanno seguito il nuovo gruppo (e che in seguito hanno abbandonato anche il “gab”). I temi erano gli stessi ma entravano in una visione più ampia, gli amministratori erano gli stessi solo che ci vedevano come possibili avversari, i problemi erano gli stessi, e altri nuovi, e cambiavano anche i modi d'affrontarli. Di nuovo c'era che si cercava di portare un nuovo modo di fare politica e d'affrontare i problemi mettendo davanti a tutti il territorio, la cultura e un modo di comunicare nuovo.
La vespa dei primordi per uscire sgomitava tra i partiti d'allora: PCI, DC, PSI, PRI, tutti spariti e gli autonomi, anch'essi spariti. E la vespa era contemporaneamente corteggiate e osteggiata contemporaneamente da tutti. Alcuni risultati..
La vespa d'allora era estremamente fattiva e ottenne piccoli e grandi risultati, in ogni caso ogni meta individuata fu in seguito raggiunta, precedendo i tempi, come nel caso dei rifiuti, interessando giovani che in seguito entrarono in comune e realizzarono altre due mete come l'apertura del parco INPS e la raccolta differenziata (tema questo quasi ossessivo ai primordi).
Riuscimmo ad interrare il sovrappasso della circonvallazione e a far ridurre le dimensioni del ponte. Non ottenemmo nulla per la botte del Pigozzo che consideriamo tuttora una cementificazione inutile. Difendemmo il ferro di cavallo e la cava e questo portò a Battaglia architetti e studenti d'architettura che con l'università di Venezia fecero un lavoro di censimento ancor oggi valido. Provammo a fermare la trasformazione del cinema Roma in appartamenti, cercando anche di comprarlo con una colletta, ma su questo fallimmo, ma lasciamo alla parrocchia e al comune la responsabilità d'aver perso una parte della storia culturale del paese. Il giornalino.
La vespa di carta usciva periodicamente, saltuariamente, ma eravamo impegnati e abbastanza coerenti. Tutto si basava su di una parola: esempio. Cercammo di dare un'impronta giornalistica al vecchio giornalino e un approfondimento culturale. Credo che quella della satira fosse la nostra vera forza. In alcuni casi banale e ingenua in altri, per esempio le vignette erano di buon se non alto livello. I vignettisti della vespa sono sempre stati prima di tutto persone intelligenti, culturalmente curiose e problematiche. Ancora oggi questa è la forza del giornale della vespa e spero che i vari sindaci che sono stati disegnati (Savin, Grava, Bevilacqua) conservino (come Andreotti) le vignette. E ancora..
Ci fu molto altro: la parte culturale e sociale, molto viva, festosa e impegnata. Oltre alle battaglie politiche nazionali, per esempio sui referendum ambientalisti. Chi entrava nella vespa faceva o aiutava gli altri a fare. E così alcuni entravano perché ci vedevano in barca nel canale a raccogliere rifiuti o ad organizzare incontri. Insomma ci si sporcava le mani. In tutto ciò non eravamo un'associazione legalmente riconosciuta. Non c'era un segretario e un tesoriere.
C'era da fare e si faceva, se c'erano dei ruoli si ritagliavano nelle discussioni o nelle cose da fare. Se uno era imbranato nelle cose pratiche magari scriveva o parlava o entrava in comune o aveva idee che però doveva realizzare. C'era un gran discutere e un va e vieni molto alto.
Ben presto arrivarono nuove persone giovani, alcune erano anche restie ad entrare nella vespa, non amavano la partitica. In molti casi si crearono amicizie e si ruppero. In altre ci furono dibattiti e scontri verbali con giovani che s'avvicinavano portando idee che stavano diventando di moda e oggi, purtroppo, si sono consolidate. Intanto due dei fondatori se n'erano andati, seguendo i loro interessi e un altro era emigrato. La vespa ebbe dei sussulti ma si cementò attorno a nuove scelte, divenne un'associazione con statuto e con un presidente, il suo primo presidente. Fece due grandi feste che le diedero forza e anche un po' di soldi.
Dimostrò ancora d'essere fattiva e se da una parte otteneva enormi risultati grazie alle idee che i suoi consiglieri comunali portarono in comune (naturalmente grazie all'apporto dell'allora segretario del pds) dall'altro continuava ad essere presente nell'ambito culturale con cineforum (un enorme costane e faticoso impegno) e la prima grande festa ambientalista.
Ma qualcosa cedette. Ci fu una scelta partitica che lacerò gli stessi membri della vespa che per difendere la persona che più li aveva sostenuti (e un amico) scelsero d'andare da soli alle elezioni, scelta che non considero sbagliata, ma che fu disastrosa nella scelta del candidato. Scelta dovuta ad un costante problema della vespa, una deresponsabilizzazione che porta alla ricerca del fratello maggiore, una mancanza di coraggio nelle proprie forze (tipica dei giovani "onesti nel dubbio"). Qui ci fu uno sfilacciamento e iniziò la “maledizione del presidente”. Molti entrarono in sonno. Il primo vignettista se n'era andato, il secondo era emigrato. Quasi tutto il gruppo che aveva costituito l'associazione abbandonò. Rimase un baluardo in consiglio comunale, solo e isolato, più vicino ai DS che a ciò che non c'era della vespa. Ma la vespa è un po' fenice e un paio di persone la riesumarono, e così rinacque in alcune iniziative, in particolare apparve l'impegno per emergency e ritornò il giornalino, con qualche nostalgico editoriale di uno dei fondatori e nuovi impegni attorno alle valli selvatiche, le nuove cementificazioni (che in realtà originavano sempre dalle vecchie menti). Ci fu una rinascita con sporadici impegni, nuovi stimoli e nuovi impegni, ma poi scoppiò di nuovo “la maledizione” e anche chi si era impegnato in prima persona abbandonò. La Vespa nel frattempo aveva realizzato il primo sito con soggetto se stessa e Battaglia, con l'unico calendario storico giornaliero che attirò numerosi contatti.
Allora come adesso l'unico punto di continuità era la presenza di un consigliere comunale che ora e allora era isolato, allora dagli altri ora in se stesso. Ma c'era chi continuava a seminare e a fare il giornale. E tutti quei giovani che avevano letto e frequentato la vespa si ri-coagularono attorno a tabacco, più che a bacco e venere. Come al solito la vespa divenne fenice, c'era un vecchio problema, le valli, e uno nuovo, la C&C. Un nuovo impegno, nuove e vecchie vespe. Nuovo statuto, sito rinnovato e un grande impegno mediatico che portò la vespa in televisione, sui giornali. L'impegnò aumentò, anche la serietà e si sviluppò un nuovo tipo di rapporto con la cittadinanza, meno conflittuale (i giovani sono cambiati?). E oltre al faticoso impegno politico, giornalistico, legale sui problemi della C&C e le valli, c'è stato un nuovo impegno culturale e sociale, con incontri di livello pregnante e con la realizzazione della seconda festa cittadina (ora più evidente vista la sparizione della festa dell'unità).
Contemporaneamente però la vespa è cresciuta e s'è ritrovata a inseguire nuove priorità. E' nata la politica dei banchetti e della presenza costante alle iniziative paesane e l'avvicinamento al PD, con il coinvolgimento fattivo di alcune vespe. D'altro canto grazie all'impegno del nuovo e giovanissimo presidente e a un gruppo serio e impegnato la notorietà e la serietà della vespa è cresciuta sia nel paese che nella provincia padovana e regionale (senza dimenticare la diffusione nazionale del problema C&C con striscia la notizia).
Ma ecco che ritorna la maledizione del presidente e così (possiamo dirlo) all'apice del successo siamo daccapo!