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IL MATTINO del 08 Settembre 2005

Scritto il 08/09/2005 da [lavespa] nella categoria [C&C - Rass. Stampa]

PADOVA Lavori paralizzati da un anno all’Arco di Giano e il Comune rescinde il contratto con l’impresa. Lo svincolo Camerini-Guicciardini, terminale dell’Arco di Giano, è bloccato da un anno. Il problema dell’impatto dell’opera giudicato eccessivo da un comitato di residenti è stato quasi dimenticato, in primo piano c’è la bonifica del materiale da riporto, 5000 metri cubi di terra, sparso nella zona che contiene un percentuale eccessiva di rame e residui di petrolio, un rischio pesante per la falda freatica. La ditta appaltatrice è l’Icomez di Napoli, l’importo dei lavori e di 3 milioni e 26 mila euro. La ditta che ha fornito all’Icomez il materiale per la costruzione del terrapieno, che per legge deve essere costipato con materiale di risulta, comunque inerte, è la C&C. Qui però il materiale non è inerte ci sono percentuali rilevanti di rifiuti tossici e c’è un fascicolo aperto dalla magistratura veneziana che ha dato il là ai sopralluoghi tecnici. Le analisi sono state effettuate dall’Arpav, il 19 ottobre del 2004 c’è stato anche un sopralluogo in cantiere da parte del Corpo Forestale dello Stato. il 5 agosto scorso l’impresa appaltatrice ha rifiutato di procedere alle integrazioni relative alle indagini della falda acquifera richiesti dalla Conferenza dei Servizi organizzata dal Settore Ambiente con Arpav, Provincia e Regione. A questo punto il Settore Ambiente, con l’assessore Francesco Bicciato (nella foto a destra) e il Settore Lavori Pubblici, con l’assessore Luisa Boldrin (nella foto a sinistra), hanno segnalato alla Procura della Repubblica l’atteggiamento di resistenza dell’impresa appaltatrice. E’ stato posto come termine inprorogabile la data del 20 settembre. Se l’impresa rifiuterà di accettare le richieste si darà avvio alla rescissione del contratto. A questo punto sarà necessario rifare la gara d’appalto. Ma l’urgenza non è questa, l’urgenza è la bonifica. Si tratta di smaltire 5000 metri cubi di terra e di verificare la situazione di falda con carotaggi e prospezioni. E’ un lavoro lungo e costoso, i costi dipendono dalle concentrazioni di inquinante e se abbiano danneggiato o no la falda. Il costo quindi potrebe variare da 600 mila a 2 milioni e mezzo di euro. «Ci stiamo confrontando con la Regione - dice Bicciato - Per coinvolgerla in questa impresa anche perché troviamo nell’Arpav un referente instabile, che magari esegue le analisi, ma poi non ha soldi da investire nella bonifica. Ci aspettiano dall’assessore Conta un chiarimento». Luiisa Boldrin mostra il rovescio della medaglia: è previsto molto verde per bilanciare l’impatto ambientale che un’opera di questo genere indubbiamente comporta. Avremo così alla fine dell’Arco di Giano un parco di Giano che potrà essere ancora più ampio se lo svincolo Camerini- Guicciardini sarà progettato e eseguito con mano più leggera.