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IL GAZZETTINO del 1 Marzo 2005

Scritto il 01/03/2005 da [lavespa] nella categoria [C&C - Rass. Stampa]

PERNUMIA/BATTAGLIA TERME Gallo (Ds) torna a sostenere la preoccupazione dei cittadini che vivono vicino all’azienda coinvolta nel traffico di rifiuti illeciti «Vanno bonificate aree e falde intorno alla C&C» Ieri in Provincia protesta e incontro con l’assessore concluso con un nulla di fatto. «Sulle autorizzazioni nessuna responsabilità» Incontro con gli amministratori provinciali e poi cartelli di protesta davanti a palazzo Santo Stefano per la vicenda del traffico illecito di rifiuti legati al cemento nel quale è coinvolta la C&C di Pernumia. Una delegazione del comitato di cittadini manifestante, capeggiata dal sindaco di Battaglia Terme Velia Bevilacqua, è stato ricevuto dall’assessore Roberto Marcato, che ha escluso responsabilità della Provincia sulla vicenda. «Sulle autorizzazioni alla Provincia spetta solo una presa d’atto della dichiarazione fatta dall’impresa - afferma l’ente in una nota - I controlli si possono fare solo a posteriori. Per la fornitura di materiale inquinante per la realizzazione del cavalcavia Camerini, è stata sospesa l’attività di conferimento già il 2 febbraio». La delegazione non si è dichiarata soddisfatta di questo e ha proseguito la protesta in consiglio provinciale, dove è stata rinvata la discussione sul problema per la mancanza in aula di gran parte dei componenti della giunta. «Il coperchio della pentola C&C non è stato ancora scoperchiato - sostiene Gianni Gallo dei Ds, intervento sulla vicenda - Perché ci sono da verificare i danni ambientali prodotti alle falde acquifere e ai terreni agricoli circostanti». Dalle prime indagini è emerso che al centro del capannone della ex industria Magrini-Galileo di Pernumia, era stata scavata una grande buca nella quale venivano convogliate le acque piovane. Una raccolta che si ipotizza possa aver trascinato con se gran parte dei veleni lavorati alla C&C. «Non solo l’acqua - aggiunge Gallo - ma pure le polveri immesse nell’aria hanno provocato inquinamento. Una situazione più volte denunciata con esposti all’autorità competente da coloro che risiedono intorno al capannone». Un situazione che richiede interventi di bonifica, come spiegato l’esponente del partito della quercia. «Non si può pensare solo di smaltire le migliaia di tonnellate di materiale tossico e pericoloso contenuto all’interno del capannone, ma si dovrà procedere ad una bonifica radicale di tutta l’area. È necessario effettuare campionamenti dell’acqua delle falde e dei terreni agricoli circostanti per un raggio di qualche chilometro, allo scopo di verificare l’entità dell’inquinamento». Inoltre è necessario un controllo della salute di tutti color che risiedono intorno all’azienda attraverso una campagna epidemiologica capace di verificare gli effetti sul corpo dei veleni della C&C. [Orfeo Meneghetti]