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CORRIERE DEL VENETO del 25 Febbraio 2005

Scritto il 25/02/2005 da [lavespa] nella categoria [C&C - Rass. Stampa]

VENEZIA Primi interrogatori nell’inchiesta di Venezia. I rapporti tra la C&C di Malcontenta e alcuni consulenti. Rifiuti tossici, il rebus dei controlli Materiali inquinanti per le maxi opere, i due geometri ai domiciliari: "Le verifiche non toccavano a noi". Primi interrogatori, ieri, nell’ambito dell’inchiesta sui rifiuti tossici trasformati dalla C&C di Malcontenta in conglomerati di cemento e piazzati in diversi cantieri del Veneto dove sono stati utilizzati per la realizzazione di opere pubbliche. Mentre gli uomini della Forestale di Treviso hanno continuato per tutto il giorno a sentire altre persone informate sui fatti, tra i quali non si esclude anche qualche "colletto bianco", il giudice per le indagini preliminari Stefano Manduzio ha interrogato ieri il titolare dei due impianti di riciclaggio sequestrati, Fabrizio Cappelletto e i due geometri Sebastiano Lovison e Paolo Bena, che secondo 1’accusa avrebbero contribuito a far aumentare i fatturati della C&C di Malcontenta promuovendo la vendita dei suoi prodotti. Fabrizio Cappelletto, al momento 1’unico arrestato in carcere, si e avvalso della facoltà di non rispondere, mentre i due titolari della Living and Building, difesi dagli awocati Roberto Turolla e Antonio Cappellini, hanno spiegato al giudice le ragioni per le quali risulterebbero estranei alla vicenda. "La loro attivita - hanno sostenuto - nulla ha a che fare con le verifiche dei materiali utilizzati dai cantieri, ai quali invece la Living and Building fornisce un’assistenza tecnica controllando che i conteggi mensili corrispondano ai capitolati di spesa". Nei loro uffici, gli inquirenti avevano però trovato delle fatture trasmesse dalla C&C, elemento questo che avrebbe finito per peggiorare la situazione dei due giovani geometri finiti agli arresti domiciliari. "I1 mio cliente, come prevede 1’oggetto sociale della sua azienda, ha fornito ai cantieri un’assistenza più sotto il profilo formale che sostanziale, questo ha cercato di spiegare al giudice - ha detto 1’avvocato Roberto Turolla, legale di Lovison. Non ha rivestito alcun ruolo di gestore dei materiali, perché non rientrava nelle sue competenze. Tra 1’altro il suo lavoro era retribuito con uno stipendio fisso dagli stessi cantieri, non c’era un rapporto diretto con la C&C, dalla quale non ha mai percepito un centesimo". Fabrizio Cappelletto non sarebbe stato quindi per Sebastiano Lovison e Paolo Bena nient’altro che una conoscenza professionale. Un po’ quello che sosterranno oggi gli altri due veneti agli arresti domiciliari che saranno interrogati: il chimico della Geolab Alessandro Musacco, che secondo 1’accusa avrebbe fatto in modo che i valori delle sostanze contenute nei conglomerati di cemento della C&C risultassero nei parametri stabiliti dalla legge, e Paolo Salvagnin, l’imprenditore padovano che stava realizzando i quattro chilometri "inquinati" della tratta ferroviaria ad alta velocità tra Mestre e Dolo. Nei frattempo l’inchiesta è diventata oggetto di interrogazioni parlamentari a Roma. Proprio ieri 1’onorevole Pietro Ruzzante, dei Ds, ha presentato infatti un’interrogazione a risposta orale alla Camera per conoscere la posizione del governo sui traffico dei rifiuti oggetto dell’inchiesta del pm veneziano Giorgio Gava. Lo stesso Ruzzante chiede al ministero dell’Interno inoltre se abbia intenzione di attivare una sua propria inchiesta al fine di verificare se vi siano state eventuali omissioni di controllo da parte della Provincia di Padova, dove con i rifiuti riciclati dalla C&C si stava costruendo il cavalcavia di un nuovo raccordo autostradale. [Consuelo Terrin]