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IL MATTINO del 23 Febbraio 2005

Scritto il 23/02/2005 da [lavespa] nella categoria [C&C - Rass. Stampa]

MONTEBELLUNA Chi è il mercante di rifiuti finito in carcere Fabrizio Cappelletto, il re del riciclaggio tra Treviso, Padova e Venezia Originario di Dolo risultava residente a Montebelluna ma abitava a Mestre Ideatore della maxi truffa e dell’altrettanto grave inquinamento, che lo ha portato in carcere, è Fabrizio Cappelletto, 49 anni, nativo di Dolo, ufficialmente domiciliato a Montebelluna, ma di fatto abitante a Mestre. Separato, padre di due bambine, Fabrizio Cappelletto risulta abitare nel centro montelliano, in via Leonardo Da Vinci, un nuovo complesso, dove però nessuno lo conosce. Le prime notizie ufficiali di Cappelletto vengono dalle visure camerali. Nel 1998 ha aperto a Treviso, in Rivale Filodrammatici la Digamma Srl con un capitale di 103 mila euro. La società ha come oggetto sociale la fornitura di ogni tipo di servizio, dal personale, al marketing, alla gestione di ristoranti. Ma pure il trattamento, il trasporto e lo stoccaggio di rifiuti, compresi quelli pericolosi. Della Digamma Cappelletto è aniministratore unico. Nel 2000 apre a Mira uno stabilimento, in via Foscara a Dogaletto, dove si producono pavimentazioni industriali per esterni e manufatti in calcestruzzo, ma dal 2003 lo stabilimento diventa sede di intermediazione nello smaltimento dei rifiuti. Nel 2002 intanto, nasce la C&C srl, stesso capitale della Digamma, con apertura, un mese dopo dello stabilimento di via Granze a Pernumia (Pd). Anche qui produzione di pavimentazioni industriali e commercio e intermediazione di rifiuti. Ad attirare l’attenzione su di lui non è escluso siano state le tante proteste che hanno accompagnato la nascita delle sue aziende. La C&C Conglomerati Cementizi di Pernumia, nei capannoni dove un tempo era ospitato il reparto carpenteria della Magrini Galileo, aveva subito attirato l’attenzione dei residenti che avevano lamentato odori sgradevoli, fumi sospetti, arrivi di carichi su camion marchiati con il simbolo di pericolo biologico, rivoli d’acqua dal colore poco rassicurante, nonché, fra le donne, fastidiose alterazioni del ciclo mestruale. Riuniti in un comitato i cittadini hanno coinvolto sindaci e consiglieri regionali, inviando denunce ovunque. L’indagine potrebbe essere partita anche così. Un anno fa sono iniziati gli accertamenti su di lui da parte del Corpo Forestale che ieri lo hanno portato nel carcere veneziano di Santa Maria Maggiore. [ha collaborato Nausica Scarparo]