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Morte di un canale: avete rovinato il mio paese (edizione integrale)

Scritto il 08/11/2009 da [RiccardoCappellozza] nella categoria [Notizie]

Che no' ve interessa eo ghemo capìo da tempo. Sarìa curioso savere cossa che ve interessa su sto paese. A paroe pararia el turismo; si, parchè Bataja gavaria tanto da ofrire, ma a voaltri ve basta poco, anca parchè gavì perso un mucio de ocasioni. Ma el me dispiassere de vedare sta situassion non se poe dirla coe paroe.

Lascio il dialetto, metto in ordine el butà de pensieri che mi tormenta. Avete ucciso il canale, avete seppellito per l’eternità le fondamentia della nostra storia. Mai avrei pensato di vedere un tale oltraggio al tesoro di acqua e di ricordi che rende unico il paese di Battaglia, quando le vie d'acqua erano le autostrade ecologiche che ci hanno portato benessere e conoscenza. Non riesco a credere ai miei occhi per quello che state facendo. Ma non sono l'unico a provare dispiacere e rabbia. Da quanto tempo non pulite il canale? Perché non si è mai fatta la manutenzione con i piccoli interventi? Perché bisogna sempre intervenire in grande, quando basta la cura normale o, meglio ancora, una più attenta prevenzione, che costa tanto meno? O forse proprio perché costa troppo poco?

Il museo della navigazione, conosciuto e visitato da italiani e forestieri, è circondato da una cloaca di fango e vegetazione selvaggia. Non si può più tacere. Sono un testimone delle malefatte subite dalle vie d'acqua nel Veneto e a Battaglia in particolare; un colpevole degrado di una risorsa storica e di una rete fluviale invidiabile in Europa. Abbiamo anche detto no alla costruzione del canale Venezia Locamo che la Svizzera alla fine dell’ultimo conflitto aveva proposto. Avete lasciato decadere le condizioni del canale di Battaglia che ha funzionato per 800 anni. Avete chiuso la canaletta dove l'acqua fuoriusciva dopo aver fatto funzionare l'antica ruota del maglio e della sega.

Davvero da complimentarsi per le scelte tecniche, con vergognose condizioni di appalto e subappalto. Per non parlare della nuova sistemazione dell'idrovora Acquanera a Pernumia che scarica in Vigenzone tutta la potenza del suo deflusso creando una specie di muro d'acqua che rallenta lo scarico delle piene, danneggiando così non solo il centro storico di Battaglia, ma anche Abano e Montegrotto ... ma quando ne fate una di buona!

Avete bloccato lo sfioratore di destra dell'arco di mezzo, amputando la bellezza della cascata d'acqua, che attirava lo sguardo ammirato di chi passava. Invece del solito cemento, si poteva progettare in armonia con la tradizione secolare delle porte a tenuta stagna in legno. No, i tecnici del passato erano stupidi perché usavano il legno. La Serenissima ha governato per secoli i problemi idraulici con la prudenza e con l'ascolto dei barcari, dei cavallanti e dei pescatori. Era gente, certamente analfabeta, ma che viveva a diretto contatto con il fiume e i canali: il Senato Veneto li riteneva più affidabili e obbligava gli ingegneri mandati da Venezia a consultarli, per capire, per imparare, con umiltà. E ora? Lasciamo perdere. Ho ormai dimenticato cosa vuol dire buon senso e speranza.

E la centrale elettrica di Battaglia? Ve la siete lasciata soffiare da un semplice imprenditore privato; tutto il paese ne avrebbe beneficiato. Ma a voi basta lasciare avanzare il cemento, non importa se sui campi fertili o sul fondo del canale.

Avete mutilato e deformato il funzionamento della conca di navigazione, gioiello di tecnica idraulica: e un burcio non può più passare. Il mandracchio superiore resta interrato, per non parlare di quello inferiore. Al semplice dragaggio del canale avete preferito affidarvi alla sproporzionata colata di cemento armato. Perché non avete prima informato i cittadini? Perché non avete considerato quanto è stato scoperto dagli studiosi che da molti anni si stanno occupando della storia del canale? Se lo facevate, vi avremo spiegato che a Battaglia è dal medioevo che c'è un'alta scuola di ingegneria idraulica fatta con il buon senso, la conoscenza dettagliata delle rive e delle correnti, e con il badile. Ma il fatto che mi addolora di più è che le mie lamentele e preoccupazioni per lo scempio che state facendo non hanno trovato ascolto. Per forza! Mi ritenete un ignorante di calcoli, di conti e di misure e di macchinari. Però il crollo della mura resterà per sempre un marchio di infamia, un disonore professionale che dovrebbe far pensare sulla qualità di voi tecnici e di voi politici a cui hanno affidato la cosa pubblica. Si ripete, in forma molto piccola, quello che è successo sul Vajont: si interviene sul territorio pensando solo al progetto, senza tener conto di tutto il resto, della natura e degli abitanti. Qualunque barcaro, o modesto abitante dei paesi d'acqua non avrebbe mai scavato in quel punto e in quel modo. Che sconforto!! Che sconfitta del buon senso, della saggia amministrazione!! Se fosse successo ai tempi della Serenissima non vorrei essere nei vostri panni per la gravità della condanna. Ma dove avete studiato? Ma cosa vi hanno insegnato? Con che voti avete passato gli esami?

Potrei raccontare tanti altri episodi, troppi, che mostrano che il genio civile è il nemico della navigazione. Sono passati tanti anni, tanti barcari che non ci sono più sono stati feriti dallo spettacolo della lenta morte del canale. Voglio sperare che un forte refolo di vento spazzi via questi massacratori del territorio, che è un bene di tutti, anche dei nostri nipoti e dei loro figli. Ma che cosa lasciamo al futuro dei giovani e delle nuove generazioni? Il nostro territorio è come il Titanic che sta affondando dopo lo scontro con uno dei troppi e pericolosi iceberg di cemento che continuano a formarsi, senza pause, instancabili. Per me, purtroppo, l'unica certezza a Battaglia è la porta del cimitero.

Riccardo Cappellozza